Nonostante i passi avanti verso la creazione di uno stato riformista e democratico, ancora oggi, in Myanmar la condizione della donna è marginale. Abusi per mano dei soldati birmani, e non solo, restano una minaccia costante per le donne, in particolare fra le minoranze etniche.
Si pensi alla recente situazione dei Rohingya: tra agosto e settembre 2017, sono morti almeno 6.700 Rohingya e nel 71,7% dei casi la causa del decesso è legata alla violenza.
Il Myanmar è anche noto per la prostituzione forzata e minorile. La tratta delle donne parte dai villaggi rurali, per dirigersi verso città, campi militari e villaggi costieri, ma esiste anche un traffico verso Tailandia, Bangladesh e Cina.
Per provare a cambiare questa situazione, crediamo si debba partire da quei piccoli gesti in grado di arrivare fino alla radice della pianta, permettendole poi di crescere rigogliosa e spargere tutt’intorno i propri semi.
Per questo, come gruppo alberghiero FH Hotels, abbiamo aderito al progetto di accoglienza turistica a gestione locale di ActionAid nella diga Yin Taing Taung. Il progetto non solo sta creando una fonte di reddito alternativa per le comunità locali, ma sta ribaltando la condizione della donna all’interno della comunità, riconoscendole pari dignità e trattamento.
Il ruolo della donna birmana prima e dopo la costruzione della diga
Prima dell’avvento della diga e della costruzione della guest house, la donna non aveva un ruolo sociale. L’unica utilità che le veniva riconosciuta era quella di occuparsi dell’approvvigionamento dell’acqua.
Trascorreva tutto il giorno fuori dal villaggio, senza l’opportunità di costruirsi un proprio percorso di vita. Considerata inutile, spesso era oggetto di violenza.
Nel momento in cui il corso del fiume è stato deviato verso i villaggi, la donna ha avuto l’occasione di riprendere possesso della propria vita. Non più costretta a stare fuori dalla comunità per cercare l’acqua, è diventata adesso soggetto attivo del progetto di ActionAid, ritagliandosi un proprio ruolo. Gli equilibri di genere all’interno dei villaggi sono stati ridisegnati: la donna lavora, può gestire l’educazione dei figli e prendere parte, al pari dell’uomo, alle decisioni della comunità.
La donna birmana: la guida verso un cambiamento responsabile
L’idea di costruire una struttura ricettiva sulla diga Yin Taing Taung, nasce innanzitutto dalla volontà e dai bisogni delle popolazioni locali, che sono coinvolte in prima linea nella gestione del progetto. È proprio una donna la prima persona a ricoprire il ruolo di capo-guida per tutti gli abitanti dei villaggi, verso un cambiamento responsabile.
Questa signora ha l’importante compito di far nascere una nuova consapevolezza e responsabilità dei ruoli di ognuno all’interno della comunità e nella gestione della guest house, oltre a fare da ponte tra il livello amministrativo locale e quello nazionale. Le decisioni vengono condivise e prese da tutti gli abitanti, attraverso una sorta di libro illustrato del villaggio, che spiega con semplicità le azioni da intraprendere.
Per volontà degli abitanti, e grazie al supporto di ActionAid e di altri partner, è stato creato anche un percorso formativo di 3 anni, volto ad educare i giovani delle comunità a diventare i futuri capo-guida. Questi giovani sono scelti all’interno del villaggio dagli stessi abitanti.
Siamo molto fieri di comunicar che il progetto di accoglienza turistica della diga Yin Taing Taung, che abbiamo finanziato insieme al Ministero dell’Interno italiano, è diventato un caso di successo e che verrà replicato da ActionAid in altre aree problematiche del Myanmar.
Questo progetto ha dato avvio a meccanismi concreti che permettono alle donne birmane di essere economicamente indipendenti e vivere finalmente libere dalla paura e dalla violenza.
Sostieni questo progetto di accoglienza turistica a gestione locale in Myanmar con la tua donazione!
IBAN IT26C0558401600000000051485 CAUSALE HVPR17 – FH HOTELS
Contribuirai a cambiare la vita delle comunità locali del Myanmar e soprattutto quella delle donne birmane.
Tra un post e l’altro mi diletto con qualche concertino, un buon libro e un pizzico di meditazione. Ma niente mi rende più felice di viaggiare per il mondo zaino in spalla. Il mio motto è: l’importante è partire!
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